Montalbano compie 20 anni, restando fedele a se stesso
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Il Commissario Montalbano compie 20 anni. Un successo internazionale di cui la Rai va fiera e che festeggia con la messa in onda di due nuovi episodi: “L’altro capo del filo” e Un diario del ’43”.
La sala degli Arazzi di Viale Mazzini, ha ospitato una affollatissima e animata presentazione dei nuovi episodi , ma Luca Zingaretti proprio non ci sta ad essere trascinato nelle polemiche…
In 20 anni, 34 film, a sottolineare la scelta di realizzare dei veri e propri film più che una serie. Una caso unco nella storia della televisione italiana che vede una squadra confermata di anno in anno, sia per la parte attoriale che per quella tecnica. In 20 anni i protagonisti sono “cresciuti” con Montalbano, ma non son cambiati: “Voi pensate che gli uomini possano cambiare, ma gli uomini non cambiano! Io la penso esattamente come a diciotto anni…”, spiega Luca Zingaretti, volto e anima di Montalbano. La domanda su come si sia evoluto il personaggio del Commissario più amato della Tv, fa riflettere sul fatto che effettivamente il carattere non cambia, anzi. Burbero e assetato di giustizia, il Commissario Montalbano va avanti per la sua strada, se a volte deve infrangere le regole per ottenere giustizia non ha tmori, tutto in nome di un bene superiore. Questo è il carattere che ha disegnato Andrea Camilleri nei suoi romanzi, ed è così che lo interpreta Zingaretti che spiega: “Da anni interpreto Montalbano ma non per questo mi sono mai sentito un commissario… Se poi volete sapere come la penso io sull’immigrazione andate a guardare il monologo” (Zingaretti ha dedicato l’edizione 2016 del Pesaro FIlm Festiva al tema “Immigrazione e Terrorismo”) , perchè accade spesso che si confonda il ruolo con l’attore. Ma gli attori interpretano, non “sono”, per ricordare a chi cerca a tutti i costi di trascinarlo in una polemica con il Governo sulla questione immigrazione, tema di uno dei due episodi. Da più parti si è pensato a un possibile “imbarazzo” della Rai nellla massa in onda di episodi che proprio in Sicilia riguardano l’immigrazione. “Nessun imbarazzo! Gli episodi del Commissario Montalbano andranno in onda regolarmente…”. A chiatire e a portare più in alto la questione affrontata nei prossimi episodi è il regista, Alberto Sironi: “Nella scrittura di Camilleri la cultura araba è consifderata come un arricchimento che ha avuto influenze enormi nella nostra cultura, è un tema portato ad un livello più alto…”. Come dire che spesso dimentichiamo la nostra storia e che, da sempre, le culture si sono intrecciate favorendo quella crescita e quella evoluzione che oggi non ci sarebbe se non ci fossero state le contaminazioni e lo scambio che esiste da quando l’uomo ha iniziato a viaggiare e ad esplorare il mondo.
Tutte le speculazioni che si fanno, in fondo, sono lontane da quello che il pubblico vede. Il Commissario Montalbano piace, per il suo caratte e perchè in ognuno di noi c’è fondamentalmente un desiderio di giustizia. Se si aggiunge un cast affiatato con dei protagonisti dal carattere ben delineato e le splendide locatione della Sicilia si può facilmente immaginare che, in 20 anni, la serie ha raggiunto 1 miliardo e 200mila spettatori, solo in Italia. Sono numeri importanti, impossibile quantificare il numero di spettatori complessivi nel mondo.
In sintesi gli episodi che andranno in onda il prossimo 11 e 18 febbraio.
“L’altro capo del filo”, 11 febbrio 2019: Gli sbarchi di migranti si susseguono quasi ogni notte, e Montalbano
deve affrontare questa emergenza con i suoi pochi uomini, che lavorano senza sosta. E lo fa senza perdere mai la sua umanità e il suo senso di giustizia. In mezzo a tutto ciò, un terribile delitto si abbatte su Vigata: Elena Biasini viene barbaramente massacrata nella sua sartoria.
L’omicidio sembra inspiegabile. Ma Montalbano saprà afferrare il filo della vita di questa donna misteriosa e straordinaria e scoprirà la lacerante verità che
sta dietro la sua morte.
Il commissariato di Vigata è allo stremo delle forze: si occupa di uno dei problemi più difficili al quale è chiamato il nostro Paese, e in particolare la Sicilia. Gli arrivi dei migranti. I turni di lavoro sono incessanti e Montalbano e i suoi uomini si prodigano davanti a un compito nuovo e particolare.
“Un diario del ’43” tratto dai racconti di Andrea Camilleri “Un diario del ‘43” e “Being here”, in onda il 18 febbraio: Tre storie arrivano a Montalbano dal passato: la scoperta, dopo la demolizione di un vecchio silos, di un diario scritto nell’estate del 1943 da un ragazzo che allora aveva quindici anni, un certo Carlo Colussi. Il ragazzo, intriso di ideologia fascista, confessa di aver compiuto un atto terribile all’indomani dell’8 settembre 1943, una strage.
Il giorno stesso della scoperta del diario si presenta da Montalbano un novantenne dall’aria arzilla, un certo John Zuck. L’uomo, vigatese di nascita, durante la guerra fu fatto prigioniero dagli americani. Complice anche la morte
di entrambi i genitori in un incidente stradale, decise di restare negli USA e di farsi lì una vita.
Tornato a Vigata ha scoperto il suo nome inserito erroneamente sulla lapide dei caduti in guerra. Chiede a Montalbano se può aiutarlo a far cancellare il suo nome dal monumento. Zuck fa molta simpatia a Montalbano, che
prende a cuore la sua pirandelliana vicenda.
Il giorno dopo l’incontro con Zuck un altro novantenne, Angelino Todaro, uno dei più ricchi imprenditori della città, viene trovato morto. Qualcuno l’ha ucciso. Tra le luminarie della festa di San Calorio, Montalbano capirà che le tre
storie sono collegate fra loro. Ma in modo del tutto sorprendente. E tragico.