“Ninna Nanna”, lettura originale della Maternità
Condividi questo articolo:
NINNA NANNA, LETTURA ORIGINALE DELLA MATERNITA’. “Ninna Nanna”, di Enzo Russo e Dario Germani, narra la storia di Anita, enologa di successo in terra siciliana, che dà alla luce la figlioletta Gioia. Nelle sequenze iniziali il film mostra la felicità della coppia in attesa della nascita, ma la prima inquadratura della donna dopo il parto, lascia intendere le difficoltà della protagonista ad affrontare i vissuti interiori sollecitati dalla maternità.
La storia intraprende il percorso non facile del racconto dei sentimenti conflittuali di Anita, tra ciò che gli altri si aspettano da lei, ovvero amore verso la figlia, e il senso di ostilità dovuto alle limitazioni imposte dalla situazione. Inoltre in lei è sempre viva la frustrazione per il mancato rapporto con una madre assente e anaffettiva, cosa che interferisce fortemente con la sua esperienza di maternità.
“Ninna Nanna” convince grazie ad una storia mai banale, che riesce a non cadere nello stereotipo. Dalle persone che circondano Anita, marito, parenti, l’amica del cuore che, pur non comprendendo il suo disagio, si sforzano comunque di capirlo; alla protagonista stessa, che affronta un difficile cammino di consapevolezza di se’, evitando di adattarsi semplicemente alle aspettative altrui: una ricostruzione psicologica che ha come obiettivo un’accettazione autentica del suo essere madre.
Alla loro prima prova, Russo e Germani si occupano di una tematica importante ed attuale. Come molti fatti di cronaca ci ricordano, la maternità può essere vista da una angolazione diversa: bisogna andare oltre lo scontato sentimento positivo delle donne di fronte alla nascita di un figlio, donne che possono legittimamente entrare in crisi a causa dello stravolgimento della propria vita.
Molto convincente la prova di Francesca Inaudi, che riesce a calarsi totalmente nel ruolo, espressiva e coinvolgente, anche nel mostrare gli aspetti più sgradevoli della madre che può far del male a sua figlia. Buona anche l’interpretazione degli altri attori, in particolare quella di Nino Frassica nei panni di zio Luigi, uomo del sud ma mentalmente aperto, che parla di immigrati e di integrazione, e che costituisce un vero punto di riferimento per Anita.
Simbolica la località che fa da sfondo alla storia: la terra siciliana con i suoi reperti archeologici che rimandano alle tragedie e ai miti dell’antica Grecia, ricchi di rapporti problematici tra madri e figli.
Qualcuno ha criticato la scelta degli autori di sorvolare su alcuni elementi del racconto, che risultano appena accennati: la terapia psicologica e l’incontro della protagonista con la madre. Invece possiamo sottolineare il merito di aver voluto concentrarsi non sugli eventi esterni ma sul suo cammino interiore. Inoltre un montaggio essenziale e una sceneggiatura credibile, che concede anche qualche momento di tensione allo spettatore, riescono a rappresentare efficacemente i sentimenti ambivalenti di Anita.
Ninna Nanna sarà disponibile nelle sale da oggi 29 giugno.
Eugenio Bonardi