Recensione in anteprima: “Inside Out”, le emozioni secondo Disney Pixar
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Ho avuto modo di assistere ieri all’anteprima romana di “Inside Out“, il nuovo film Disney Pixar che arriverà nelle sale italiane il prossimo 16 settembre. La casa di produzione californiana che, tra gli altri, ha prodotto capolavori del cinema d’animazione come Toys Story, Alla ricerca di Nemo, Monsters & Co e Cars, mi aveva abituato bene: ho sempre apprezzato la genialità dei suoi cartoon e la capacità di attrarre allo stesso modo bambini e adulti, non solo grazie alla grafica strabiliante, ma anche perchè è sempre stata capace di far divertire e al contempo far riflettere in modo semplice e immediato su tematiche importanti. Bene, questa volta direi che non solo non si è smentita, ma ha superato se stessa: Inside Out, diretto da Pete Docter, è innovativo, attuale, divertente e coinvolgente. Per la prima volta non sono protagonisti degli esseri viventi, che siano essi umani o di fantasia, ma le emozioni! Emozioni che, naturalmente, vengono umanizzate e rese dei veri e propri personaggi: una scelta che non ha precedenti nel mondo dell’animazione. In particolare, le protagoniste sono le emozioni che guidano la vita di Riley, una ragazzina di 11 anni che dal Minnesota si trasferisce con la famiglia a San Francisco: fin dai primi vagiti della bambina, Gioia è determinata a guidarne ogni azione, in modo che possa sempre essere felice, ma non sempre riesce a controllare quel che fanno i suoi “colleghi” Paura, Tristezza, Rabbia e Disgusto. Ad un certo punto, infatti, la situazione le sfugge di mano e le emozioni di Riley diventano fuori controllo: riuscirà Gioia a riportare a posto le cose? La rocambolesca avventura di Gioia, che si addentra insieme a Tristezza nei labirinti della mente della bambina per cercare di rimettere al loro posto i suoi “ricordi base” è in realtà il percorso di crescita di Riley, che sta vivendo il delicato passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza: ecco che, quando finalmente le due riescono a far ritorno al Quartier Generale e a ristabilire l’equilibrio emotivo, la ragazzina sarà cresciuta e il loro “pannello di controllo” si amplierà con nuovi comandi, per far fronte ai tanti interessi e ai tanti stimoli dell’adolescente che è diventata. Nel film si ride tanto (fantastica la scena in cui la famiglia è riunita a cena e madre e padre cercano di capire cosa succeda alla figlia, divenuta improvvisamente apatica: entrano infatti in gioco anche le emozioni degli adulti e ironizzano sulle differenze di pensiero tra uomini e donne), ma ci sono anche momenti di riflessione e altri in cui, a chi come me si commuove facilmente, può scappare una lacrimuccia: è uno dei punti di forza del film, che racconta le emozioni suscitando quelle dello spettatore.
Prima del film viene proiettato “Lava“, cortometraggio animato diretto da James Ford Murphy: è la storia musicata di Uku, isolotto vulcano solitario che nel corso dei secoli cerca l’amore senza mai trovarlo; ma quando sembra aver ormai perso ogni speranza, finalmente si ritrova accanto Lele, la “vulcana” dei suoi sogni con cui condividere l’eternità. Le canzoni del film sono interpretate da Giovanni Caccamo (Uku) e da Malika Ayane (Lele).
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