Gabriel Garko a Matrix Chiambretti: “…un figlio? Sì, ma è ancora presto per la mia compagna…”
Condividi questo articolo:
Gabriel Gark, spite di Matrix Chiambretti si scaglia sui social o meglio sul web che, “riesce a massacrarti”, dichiara con na punta di amarezza. Poi contina dicendo di aver imparato, a farsi scivolare le cse a non lasciarsi più coinvolgere. In particolare l’attore si riferisce alla fotografia in cui appariva gonfio, effettivamente sembrava avesse subito un intervento di chiururgia estetica e invece, era solo Photoshop, spiega ancora Garko. Nell’intervista di CHiambretti Garko parlerà anche della sua vita privata, di seguito alcune anticipazioni. «L’invidia fa stare male, ma dopo Sanremo, che è stata un’esperienza forte, ho imparato a farmi scivolare le cose cattive addosso» e sorridendo sottolinea: «Mi sono dato una bella spalmata di olio d’oliva! Ho capito che non è colpa mia se la gente si sofferma a guardare l’involucro e non il contenuto – e prosegue – per una foto, fake, di me sul web, dove sembravo molto gonfio (foto in primo piano dove risultava con gli zigomi molto pronunciati ndr) ho sofferto molto. Ho trascorso cinque giorni davvero molto difficili e ho fatto una pulizia totale degli amici». E precisa: «Sui social spesso ti massacrano gratuitamente». Queste le parole di Gabriel Garko in un’intervista esclusiva, in onda questa sera a “Matrix Chiambretti, in seconda serata, su Canale 5.
In merito alla vita privata Garko spiega: «Un figlio è una cosa che ho in preventivo, ma vediamo step by step. Lei, (Adua Del Vesco, attrice siciliana ndr) è giovane ed è presto – e aggiunge – siamo molto innamorati nonostante escano molte notizie su di noi. E’ divertente leggere di tutto; ogni tanto che ci siamo lasciati…Un giorno infatti, l’ho chiamata chiedendole “ma siamo ancora insieme?”».
Infine l’attore, famoso anche oltreoceano, racconta: «L’Onore e il Rispetto è la fiction più venduta di sempre. Ho avuto una carriera abbastanza particolare, ho iniziato facendo piccoli ruoli poi pian pianino sono salito, ma tutto è servito a tutto».