“Tito e gli Alieni” la favola di Paola Randi che dedica il film a Fausto Mesolella
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“Tito e gli Alieni”, il nuovo film di Paola Randi che torna alla regia con un film che è difficile definire solo “fantacy”, in realtà è una favola moderna in cui affronta con leggerezza e originalità il tema del lutto. Per raccontare il rapporto con il distacco e la perdita, Paola Randi ha scelto un’ambientazione reale con il sostegno della tecnologia. Nel deserto del Navada, il professore, Valerio Mastandrea, vive isolato e l’unico suo contatto con il resto del mondo è rappresentato da Stella, che gli fa da autista e organizza matrimoni spaziali per appassionati di alieni, attività che però è in crisi perchè ormai sono in pochi a credere negli alieni e in altre forme di vita nello spazio. Circondato dall’attrezzatura che ha realizzato per ascoltare le voci provenienti dallo spazio, proprio nella famosa Area 51. La voce che il professore cerca disperatamente è quella della moglie scomparsa, ha costruito n decoder, L.I.N.D.A., capace di intercettare “le voci dallo spazio”. L’isolamento del professore è interrotto dall’arrivo dei due nipoti che il fratello, Fidel, gli ha affidato prima di morire, inviandogli un video messaggio. Da Napoli arrivano, Tito e Anita, convinti di andare a vivere a Los Angeles, e magari di incontrare Lady Gaga…I due ragazzi, si ritrovano in luogo indefinito e desertico, accolti in una casa spaziale gonfiabile che da subito li conquista. Tito e Anita “costringono” lo zio a tornare alla vita, imparando a comunicare di nuovo con il mondo esterno. Ma il centro del film resta la ricerca di contattare chi li ha lasciati prematuramente. Con il padre, Fidel, Tito crede di avere un contatto diretto con la madre, attraverso una sua fotografia, così porta con sè la fotografia del papà, chiedendo allo zio di farlo parlare con il padre…Attiva involontariamente L.I.N.D.A. , il robot che diventa un vero personaggio del film. Nella favola sentimentale di Paola Randi, la scienza sembra essere lo strumento per ritrovare la spiritualità, anche se è chiaro che la vera poetica del film è proprio nei sentimenti e nella difficoltà di accettare la perdita delle persone care. Un rapporto con l’aldilà che è rappresentato benissimo nella scelta dei due giovani protagonisti, napoletani: “I napoletani hanno un rapporto spontaneo e diretto con la magia e con la spiritualità…”, ha spiegato la regista, inoltre l’interpretazione di Chiara Stella Riccio e Luca Esposito sono davvero indovinate, proprio per la spontaneità. Un film divertente e commovente da far vedere anche ai più piccoli per spiegare in modo dolce e affettuoso il modo di accettare il distacco, imparando che la vita va avanti e non ci si può chiudere nel dolore.
Una menzione a parte merita la colonna sonora, realizzata da Fausto Mesolella, scomparso nel corso della realizzazione del film, a cui è dedicato “Tito e gli Alieni”. Effetti speciali che ricordano molto quelli “vintage”, ispirati al grande Carlo Rambaldi, come ha dichiarato la stessa regista, mescola sapientemente la ripresa dal vero alla tecnica degli effetti speciali, confezionando un film nostalgico e futurista insieme.
“Tito e gli Alieni” arriva nelle sale giovedì 7 giugno, in oltre cento copie.